Comunicati Stampa

Le posizioni comuni nella forma di brevi articoli utilizzabili come comunicati stampa

Samer Issawi, detenuto palestinese nelle carceri israeliane secondo la formula dell’ “arresto amministrativo” attua dal primo agosto del 2012 la protesta estrema dello sciopero della fame.

I medici della Croce Rossa che l’hanno visitato di recente hanno definito le sue condizioni di salute tanto gravi da non essere in grado di prevedere se e quando il suo corpo cesserà di vivere.

Secondo Grazia Careccia1, Capo Dipartimento Ricerca Legale ed Advocacy Internazionale dell’associazione Al-Haq di Ramallah, i detenuti palestinesi nelle carceri israeliane sono 4520 di cui 178 in regime di arresto amministrativo.

Rosario presenta la sua iniziativa alla Casa UmanistaLa pratica dell’arresto amministrativo, ovvero l’arresto preventivo di persone che non hanno compiuto alcun reato, è pratica molto utilizzata dalla polizia israeliana ed è stata denuciata da Amnesty International

Per stimolare anche in Italia l’attenzione sul problema palestinese Rosario Citriniti, media-attivista del centro di documentazione Invicta Palestina (www.invictapalestina.org), ha cominciato lunedì scorso, 18 febbraio, lo sciopero della fame a Pentone (CZ), sede del centro di documentazione sulla Palestina, spiegando il suo gesto con queste parole:

Carissimi amici, accogliendo

l’appello promosso da Amnesty International,

l’appello lanciato dall’Arcivescovo Atallah Hanna,

l’appello lanciato dalle organizzazioni palestinesi,

tutti riguardanti i prigionieri palestinesi detenuti illegalmente nelle carceri israeliane molti dei quali in sciopero della fame da molti mesi ed alcuni in serio pericolo di vita, in solidarietà con la loro lotta di resistenza, dalle ore 17 di oggi lunedì 18 febbraio la loro lotta sarà anche la mia, con le stesse modalità inizierò uno sciopero della fame finché gli organismi nazionali e/o internazionali non prenderanno impegni reali per assicurare il rispetto dei diritti umani nelle carceri israeliane con un intervento immediato atto a salvare i detenuti in sciopero della fame e alla scarcerazione di tutti i prigionieri palestinesi in carcere senza né accuse né processi.

Un abbraccio e grazie per la partecipazione all’iniziativa.

In questi giorni, Rosario prosegue la sua protesta a Torino con l'appoggio logistico dei gruppi di base de La Comunità.

Per informazioni ed aggiornamenti

www.invictapalestina.org

www.facebook.com/rosario.citriniti

Per seguire quotidianamente la situazione in Palestina e in Calabria

https://sites.google.com/site/parallelopalestina/sciopero-della-fame

http://nuke.alkemia.com/MedioOriente/RosarioCitrinitiinizialoscioperodellafame/tabid/1277/Default.aspx

Per informazioni sulla campagna di supporto a Samer Issawi

https://www.facebook.com/pages/The-Free-Samer-Issawi-Campaign/194111744067340

1 Il video dell’intervento è disponibile all’indirizzo http://www.youtube.com/watch?v=wnYnYRM6yL4&list=UUop3V1dXcqFYbhewDp0vEEA&index=10

La Comunità (per lo sviluppo umano), organismo sociale e culturale del Movimento Umanista alza la sua voce per denunciare la grave situazione di violenza alla quale si vede sottoposto il popolo del Mali.

 

La situazione è diventata critica nelle ultime settimane a causa della crudele lotta tra forze governative e milizie nel nord del paese, all'invio di truppe da parte del governo francese ed all'appoggio logistico ed ideologico offerto dal Gruppo degli 8 e dall'ONU all'azione militare francese.

 

Ancora una volta, si fa ricorso alle armi per tentare di risolvere i conflitti le cui radici si trovano nelle disumane condizioni di vita alle quali si vedono sottoposti gli abitanti di un paese o di una regione.

 

L'uso della violenza fisica, da parte dell'una o dell'altra fazione, non porterà la Pace. Al contrario, farà crescere le indegne condizioni di povertà, discriminazione ed emarginazione di quei paesi.

 

Mercoledì, 11 Aprile 2012 14:47

Economia di condivisione

Laura Tussi - Pressenza

kumarappaEsce per le Edizioni Centro Gandhi:

ECONOMIA DI CONDIVISIONE

Come uscire dalla crisi mondiale.

di Joseph C. Kumarappa

Traduzione di Marinella Correggia

Introduzione di Rocco Altieri

Collana Quaderni Satyagraha

Edizioni Centro Gandhi, Pisa 2012

 

Internet, 5/4/12 Kumarappa, ancora oggi ricordato in India come “l'economista di Gandhi”, raccolse migliaia di interviste e statistiche nei villaggi, documentando gli archivi con importanti informazioni sulle coltivazioni, gli allevamenti, i sistemi di irrigazione, i trasporti, le industrie, le situazioni igienico-sanitarie, dedicando le proprie competenze al servizio degli ultimi, degli agricoltori e di tutti i lavoratori. Il pensiero di Kumarappa è volto a sviluppare una società solidale di unità rurali largamente autosufficienti, al fine di limitare gli effetti nefasti del capitalismo più sfrenato e impositivo, dell'economia monetaria e della speculazione finanziaria, in quanto il presupposto epistemologico di ogni economista dovrebbe vedere nelle scienze economiche un approccio olistico che non consideri l'uomo un oggetto, evitando di ridurre l'intera esistenza a bieche manovre monetarie.

 

simbolononviolenzaLA COMUNITA' PER LO SVILUPPO UMANO INVITA tutti i nostri membri, aderenti e simpatizzanti e tutti coloro che sentono che un futuro degno e umanizzato è possibile, a partecipare attivamente a questa giornata di grande significato che collabora alla conquista di una nuova cultura umana che si esprime con il principio più importante “ tratta gli altri come vorresti essere trattato”

Equipe Coordinatrice Mondiale della comunità per lo sviluppo umano

22 Settembre 2011

 

Olivier Turquet - Pressenza

Domanda: Dicono che c'è crisi, Di che crisi stiamo parlando?

Risposta: si parla di crisi perché le crisi congiunturali fanno notizia e bisogna parlare e preoccuparsi di esse, a seconda dei temi che mettono i formatori di opinione dei media. Ma poche volte si parla dei problemi di fondo dell'economia capitalista, perché quello non fa notizia.

 

Che abbiate partecipato alla grande manifestazione di domenica 3 luglio 2011 nell’ex “Libera Repubblica della Maddalena”, in Val di Susa, dove il popolo NO TAV continua a opporre la sua legittima, nonviolenta resistenza alla Grande Opera (“d’importanza storica, che questa nazione salverà”, direbbe Caparezza), o che abbiate appreso le cronache di quella giornata dalla televisione e dai quotidiani, credo che ve lo stiate chiedendo. Credo che vi stiate chiedendo se quella giornata - che per un pelo non è diventata la seconda puntata del G8 di Genova del 2001 - poteva essere gestita diversamente, e se e cosa si sarebbe potuto fare per evitare lo scontro.

 

Forse ritenevate inevitabile lo scontro tra manifestanti e forze dell’ordine, ma molti di noi, convinti nonviolenti, ci stiamo domandando se lo sia stato davvero e se tutti, proprio tutti, hanno fatto quello che potevano per evitarlo.

 

Per aiutarci a rispondere a questa domanda, ricorreremo a studi e pensieri già realizzati in passato. La letteratura legata alle scienze sociali e politiche è ricca di spunti di riflessione, tuttavia – essendo, i firmatari di questo testo, umanisti – vorremmo fare riferimento a un documento che Silo (pseudonimo di Mario Rodríguez Cobos, principale ideologo del nuovo umanesimo universalista) scrisse nel 1993, ma che risulta sorprendentemente attuale e pertinente alle nostre riflessioni. Il documento si intitola “Ottava lettera ai miei amici” ed è oggi ricompreso nel volume dal titolo “Lettere ai miei amici”, ed. Multimage.

Giovedì, 24 Febbraio 2011 17:19

Libia: fermiamo la violenza!

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I membri de La Comunità per lo sviluppo umano sono addolorati e colpiti dalle notizie di repressione che filtrano dalla Libia e che fanno pensare ad un vero e proprio genocidio degli oppositori del sanguinario regime di Gheddafi.

 

Comunque si concluda la crisi,  il regime di Gheddafi non dovrà più godere di nessuna considerazione nè di nessun appoggio da parte dei Governi che si definiscono democratici, a partire dal Governo Italiano che si è distinto, in questi ultimi anni, nel ruolo di partner privilegiato di un personaggio che già prima di questi giorni terribili si era dimostrato un dittatore sanguinario.

La Comunità per lo sviluppo umano incoraggia e solidarizza con la protesta dei popoli di Tunisia, Algeria, Albania, Yemen ed Egitto.

La ribellione  quasi contemporanea e per motivi simili di questi popoli, ci sembra l’ ennesima  dimostrazione che  la crisi economica che stiamo vivendo è solo l’ultima propaggine di una profonda crisi di valori.

Una  crisi che viene da lontano; l'umanità non produce nulla di veramente evolutivo per la sua coscienza da decenni e basa la sua spinta evoluzionista sul campo tecnologico, con risvolti ovviamente funzionali all'economia.

Il capitalismo, il liberismo e il neo-liberismo sono destinati al fallimento perché essi stessi creano un sistema chiuso, che come tale è destinato all'entropia ed al crollo.

Ma la storia dell’umanità ci insegna anche che la crisi è preludio di cambiamento e ci auguriamo che questo momento possa essere, per i paesi già in rivolta e per il mondo intero, il trampolino per un salto verso quella cultura, quella strutturazione avanzata della coscienza, nella quale ogni forma di violenza produca ripugnanza.

L'insediamento nella futura società della cultura della nonviolenza sarebbe una conquista profonda che va al di là delle emozioni e delle idee che si manifestano debolmente nella società attuale e potrebbe essere il preludio di una nuova e più umana intelaiatura psicosomatica e psicosociale dell'essere umano.

Invitiamo i governi di questi paesi a dimettersi e le popolazioni ad esprimere la grande spinta del cambiamento con la metodologia della nonviolenza, affinché questa tappa di superamento del vecchio ad opera del nuovo ci avvicini in maniera crescente al mondo a cui tutti noi esseri umani aspiriamo.

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