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Area Sanità: responsabile

Premessa
Nel suo lavoro sociale l'essere umano si trova di fronte a grandi contraddizioni: l'essere umano di oggi vive in un mondo che non ha scelto, che non corrisponde alle sue aspirazioni.
Il mondo di oggi è un mondo socialmente ingiusto, che produce dolore e sofferenza, pieno di contraddizioni all'interno delle quali ci sono pochi che nuotano nell'abbondanza mentre gli altri si disperano per un bicchiere d'acqua.
E' questa la situazione che dal punto di vista della salute, finisce per creare le malattie sociali che colpiscono i grandi insiemi umani.
Viviamo contraddizioni in tutti gli ambiti: nel lavoro, nelle amicizie, nella famiglia....indossiamo maschere diverse in base alle situazioni e non riusciamo a vivere in una condizione di unità e coerenza.
Questo continuo disaccordo interno tra quello che pensiamo, sentiamo e facciamo porta inevitabilmente un malessere che si manifesta come sofferenza (mentale) e dolore (fisico).
Poiché nelle persone corpo e mente formano un'unità e interagiscono tra loro, è chiaro come in molti casi la sofferenza mentale finisce per produrre dolore fisico.
E' stato dimostrato come l'ulcera gastrica, l'ipertensione, alcuni casi di asma o di malattie della pelle abbiano una chiara base mentale che, sviluppandosi, produce malattie fisiche.
Nel processo della malattia esistono quindi fattori organici, fisici o biologici, ma esistono anche, e sono ugualmente importanti, fattori relazionati all'esistenza quotidiana e al grado di accordo o di contraddizione della persona, con se stessa e con il mondo che la circonda.

L'essere umano e la salute
In un primo momento della storia umana, con una concezione magica del mondo, il dolore e la sofferenza vennero interpretati come castigo degli dei e nacquero così stregoni, guaritori e sciamani, persone che avevano il "potere" di comunicare con gli dei e di intercedere presso di essi per "liberarci" dal dolore e dalla sofferenza.
In un secondo momento, l'interpretazione scientifica del mondo aprì il passo ad una nuova risposta dinanzi al dolore e alla sofferenza e sorsero così i medici, gli psicologi e tutte le forme di medicina che oggi conosciamo.
E' chiaro che ne gli stregoni di ieri, ne i medici di oggi sono stati gli unici ad occuparsi dell'argomento; in realtà ogni attività umana è contrassegnata da questa ricerca che è, in definitiva, la ricerca della felicità.
Si è poi passati a guardare i medici come i "salvatori", come gli unici che avevano il potere di salvarci dalla malattia, dal dolore, dalla morte.

Oggi siamo entrati in un'altra fase: il medico è osservato, si guardano i suoi errori, si punta il dito su un loro sbaglio, hanno quasi completamente perso il valore "magico" che era stato dato loro in precedenza, per diventare ora comuni mortali che però non devono sbagliare perché "hanno in mano la nostra vita" e se fanno un errore li si denuncia!
A loro quindi affidiamo le nostre speranze, il nostro benessere, la nostra salute. Continuiamo a delegare ad altri il nostro corpo, come se noi non potessimo fare nulla per lui, come se fosse una macchina che deve sempre lavorare con efficienza e, in caso contrario, ci si rivolge ai tecnici per pretendere la riparazione.
Il problema è che si fa un errore di fondo, perché il corpo non è una macchina e non è un'entità isolata: è in stretta relazione con i nostri pensieri, i nostri sentimenti, le nostre emozioni, le nostre contraddizioni, le nostre paure, le nostre gioie.
E' lo specchio del nostro mondo interno: come può un medico aiutarci a superare un dolore se questo è anche il sintomo di un malessere più profondo?
Oggi poi viviamo travolti da continue paure sociali che hanno finito per
generare un timore di fondo anche rispetto alla nostra salute: abbiamo paura di invecchiare, di ammalarci, di un incidente, di provare dolore, di vedere allo specchio il nostro corpo che cambia.
Da sempre l'essere umano vive queste come paure base della propria esistenza, ma negli ultimi anni sono diventate paure quotidiane e che non accetta. Ecco che la malattia, il dolore, la sofferenza, non sono visti come momenti di crescita, come sintomi che qualcosa non va nella direzione da noi segnata, come un momento di crisi che sta a noi superare per migliorarci e crescere.
Noi vediamo la malattia come "un morbo che ci ha attaccati" ed incarichiamo gli operatori sanitari di liberarcene.

Salute vuol dire vivere in uno stato crescente di accordo con noi stessi e con il mondo ce ci circonda, con una pienezza fisica, mentale ed emozionale, d'accordo con lo sviluppo scientifico e tecnologico che la nostra società ha raggiunto.
Il mondo in cui viviamo oggi, con gli enormi passi avanti fatti nel campo scientifico e tecnologico, è perfettamente in grado di migliorare la qualità della vita di intere popolazioni, ma questo appare come un qualcosa di impossibile o di raggiungibile solo da pochi.
In realtà oggi siamo nelle condizioni di ottenere questo per tutti a patto di volerlo veramente! Nella società attuale la sanità non viene considerata in quanto "salute dei popoli" ma in quanto interessi politici, economici, e giochi di potere.
Ecco che il fine non è salvaguardare la salute ma guadagnare con la malattia!
L'attenzione alla salute è una funzione sociale ed in nessun modo può essere un'impresa che produce guadagni.
La salute è un bene universale che la società si impegna a curare senza limitazioni, esteso a tutti gli abitanti dell'universo in condizioni ugualitarie.
Deve nascere una corrente di pensiero e di azione, riguardo alla sanità, da cui si possa sviluppare una nuova medicina che sia al servizio della salute e non della malattia.

Le proposte
Da quanto detto emerge l'importanza di lavorare su più livelli.
E' importante rivolgersi alle persone, agli utenti del servizio sanitario, affinché escano dall'atteggiamento passivo nei confronti della loro salute, comprendano la stretta relazione che c'è fra corpo, mente, emozione, e inizino a "prendersi cura" di se stessi.
E' importante rivolgersi agli operatori sanitari che probabilmente vivono questo dualismo: sentono di avere tra le mani una professione che può contribuire al miglioramento sociale ma nella pratica sono continuamente coinvolti nei valori del sistema.
Fondamentale diventa anche il ruolo dell'informazione:
in un'epoca in cui le comunicazioni scuotono ogni settore della nostra vita, è di primaria importanza avere informazioni chiare su tutto ciò che avviene nel campo della salute e allo stesso tempo dare un'informazione chiara all'opinione pubblica, per potersi opporre a tutto quello che ci può danneggiare e a favore di tutto quello che può essere utile all'essere umano.
Ogni forma di comunicazione interpersonale è valida, che sia scritta, orale o per immagini.
La disinformazione o la cattiva informazione è lo strumento più potente che i governi possiedono per portare avanti i propri piani.

fonti
Siddi J.L. Umanisti per la salute
Silo Opere Complete.
Ed. Multimage.


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